domenica 25 gennaio 2009

Capitolo 8: Un prato di Lucciole

[ Ti scrivo questa lettera perchè i miei genitori mi hanno sequestrato qualsiasi mezzo di comunicazione, sia computer che cellulare... Ti chiedo scusa anticipatamente se mi hai scritto qualcosa, ma proprio non ho potuto risponderti... Perdonami! La mia unica speranza è che ti arrivi questa lettera e farò di tutto per fartela avere!

E' un periodo molto difficile qui a casa mia... Devi sapere che, quando sabato sera Masakazu mi ha portata a casa, loro avevano notato immediatamente dagli sguardi sul nostro viso che era successo qualcosa. Io naturalmente non mi sono aperta perchè ciò avrebbe comportato un ammonimento senza precedenti da parte loro, ma non è servito molto a rimediare la situazione... Loro hanno comunque deciso di proibirmi di vedere tutte le persone presenti quella sera e mi hanno portato via tutti i modi per dirvelo e ancora adesso non riesco a capire come abbiano fatto a risalire a te... Devono aver telefonato ai genitori di Masakazu... E qualcuno deve aver fatto il tuo nome...

Come se non bastasse hanno deciso, dopo la scuola, di intensificare il mio carico di studio iscrivendomi a dei recuperi serali, che non sarebbero proprio dei recuperi ma dei potenziamenti... Ovvero, oltre a studiare le cose che studio normalmente a scuola, vogliono farmi studiare altre cose! Ho capito benissimo che è un modo per tenermi lontana da Te... In pratica, terminate le lezioni normali, ho solo 2 ore libere al pomeriggio e poi devo subito andare alle lezioni serali, che durano fino alle 22:00...

Non so come riusciremo ancora a vederci, Yuka-chan... Io voglio vederti e non voglio che nulla tra di noi cambi... Però io nonostante ci abbia pensato tantissimo, non ho trovato una soluzione... Non so come riusciremo ancora a vederci... Sono disperata Yuka-chan... Ti voglio tantissimo bene e mi manchi... Spero che tu voglia ancora avere a che fare con me... Io non rinuncerò mai a te!

Nadeshiko ]

Terminato di leggere la lettera, Yukari ancora non riusciva a crederci. Credeva che la sua famiglia fosse la peggio esistente sulla terra per l'eccessiva libertà a lei concessa e per le poche attenzioni che riceveva, ma una simile restrizione mentale non l'aveva mai conosciuta. Il bigottismo dei genitori di Nadeshiko sicuramente causava nella ragazza un enorme senso di soffocamento che si sarebbe potuto tranquillamente trasformare in follia e depressione. Ma come al solito, Nadeshiko riusciva a gestire tutto nel migliore dei modi... Quella ragazza possedeva una forza unita ad una pacatezza senza precedenti.

Strinse la lettera al suo petto e chiuse gli occhi. Le parole di Nadeshiko le avevano donato un oceano di forza che sentiva scorrere nelle sue vene con violenta sicurezza. Lei era dalla sua parte, lei la capiva, lei stava lottando. Yukari non era sola, e l'aveva percepito chiaramente da quella lettera piena di disperazione e speranza.

"Nemmeno io rinuncerò a te, puoi starne certa. Anche se Masakazu ha fatto il mio nome apposta per mettermi nei guai nei confronti dei tuoi genitori, questo non basta. Nulla basta per tenermi lontana da te. Sei l'unica cosa che ho e se dovessi perderti allora potrei tranquillamente smettere di mangiare, bere, dormire e respirare, perchè nulla potrebbe compensare il vuoto lasciato dalla tua mancanza. Io e te ci vedremo di notte."

Prese a sua volta carta e penna e si mise a scrivere con foga ogni cosa che stava pensando. L'inchiostro tracciava veloce il disegno dei suoi pensieri sulla carta e Yukari aveva le idee così precise che non si fermò nemmeno una volta a pensare. La gravità della situazione l'aveva resa più attiva e briosa e oramai aveva capito che non si poteva permettere di adagiarsi sugli allori, se veramente ci teneva a vedere Nadeshiko.

[...Io e te ci vedremo di notte. Anzi, domani sera stessa. Ti prego, se puoi, fatti trovare in quel prato isolato tra il negozio di articoli di pesca e il condominio giallo, hai presente? E' nel mio distretto, che si trova a 2 distretti dal tuo. Io ti aspetterò davanti al vecchio ciliegio, ti aspetterò fino alle 5 di mattina. Lo so che è folle, lo so che non è facile, lo so che... è impossibile, forse. Io non ti sto chiedendo di farcela, ti sto solo dicendo che io ci sarò. E ci sarò tutte le notti, ogni notte sarò lì ad aspettarti. Non ti lascio, Nadeshiko... Sarò lì ad aspettarti per sempre.

Yukari, 27/06 ]

La mattina seguente Yukari entrò con passo deciso nella classe di Nadeshiko e chiese ai suoi compagni quali materie avrebbero avuto quel giorno.

"Educazione civile" Risposero loro, e così infilò la lettera nel libro di educazione civile che si trovava, fortunatamente, sotto il suo banco. S'inchinò e ringraziò i compagni, per poi dileguarsi.

Durante le lezioni, il suo sguardo si perdeva nell'azzurro turchese del cielo, fuori dalla finestra. Le ricordava gli occhi di Nadeshiko e questo pensiero non faceva altro che indurla a fissare ancora più intensamente il firmamento, colmandosi del ricordo della ragazza. Si sentiva contro il mondo, da sola contro ogni suo conoscente per avere Nadeshiko. Per la prima volta nella sua vita aveva finalmente qualcosa per cui lottare con tutte le sue forze, e di una cosa era certa: Questa battaglia non avrebbe potuto permettersi di perderla. Ne aveva già perse tante ed anche molto importanti: La battaglia per la sua famiglia, la battaglia per avere una vita sociale, la battaglia contro il suo passato, la battaglia contro sè stessa. Ma questa volta, la sfida in gioco aveva acquisito un'importanza incalcolabile per lei.

Erano oramai le 11 di sera. Yukari controllò che tutta la sua famiglia si fosse ritirata in casa per riposare, quindi si vestì con un paio di Jeans scoloriti e stracciati ed un top bianco in microfibra. Accuratamente evitò di fare rumore scendendo dalle scale e chiuse la serratura con altrettanta delicatezza per poi correre a perdifiato nel posto stabilito per l'incontro con Nadeshiko.

L'aria era fresca quella notte d'estate. Il chiarore lunare illuminava con un velo bianco la distesa d'erba che si protraeva per circa un kilometro quadrato, tra un edificio e l'altro. Un tempo quello spiazzo selvatico era un ranch per cavalli, venduto ed abbandonato da diverse decadi. In verità, a guardarlo nessuno si sarebbe mai aspettato che un tempo lì ci fosse stato qualcosa costruito per mano umana. Cespuglietti di media altezza crescevano casualmente in quell'appezzamento erboso e quasi nel punto più lontano della strada si stanziava un piccolo pero in fiore.

Alzando bene le ginocchia per attraversare la radura, arrivò dinanzi al pero e si sedette sulle radici. Fu in quel momento che si accorse che il prato notturno ospitava delle piccole luci, che timidamente passavano da uno stelo all'altro, volteggiando tra le erbe come goccioline luminose.

Sorrise.

Se Nadeshiko non fosse arrivata quella notte, almeno avrebbe potuto godere della compagnia di graziose ed innocue lucciole. Chiuse gli occhi appoggiando la testa contro il tronco dell'albero, ed aspettò. La sua cognizione del tempo cominciò a sfumare mentre la sua testa si svuotava d'ogni pensiero, per dedicare quel tempo solo all'attesa di lei. Si abituò all'idea che avrebbe dovuto passare tutte le notti in quella distesa erbosa solitaria con delle silenziose lucciole, le quali man mano che le ore passavano si azzardavano sempre di più ad avvicinarsi alla sua figura.

"Yukari... Sei tu?"

Una voce cristallina provenì da una decina di metri di distanza da lei.

Aprì immediatamente gli occhi e di scatto s'alzò in piedi, come se fosse un riflesso incondizionato.

Nadeshiko era davanti a lei, vestita con la sua stessa semplicità: Una gonna di cotone azzurro ed una felpa in coordinato. Non sembrava nemmeno lei, quella notte si era spogliata della sua proverbiale eleganza, eppure a Yukari mancò il fiato per quanto bella potesse ancora risultare. Quell'aspetto così pulito ed umile le fecero comprendere di quali sforzi avesse dovuto fronteggiare Nadeshiko per riuscire ad uscire di casa.

"Perdonami, sono già le 3 e mezza... La nostra cameriera va sempre a dormire alle 2, e volevo essere sicura che stesse dormendo..."

La sua voce, timida e gentile come sempre, spezzò il silenzio della notte come una nota musicale.

"Non preccuparti..." Disse Yukari, completamente assuefatta dalla sua presenza. Non l'aveva vista per 2 giorni che le erano sembrati un'eternità senza precedenti. Quella notte Nadeshiko ai suoi occhi era ancora più irresistibile.

"Grazie per avermi risposto alla lettera..." Nadeshiko abbassò lo sguardo timidamente e sorrise "...Mi sento davvero felice quando sono con te... Avevo paura di non rivederti più, Yuka-chan... Tu sei l'unica che mi fa stare veramente bene..." rialzò lo sguardo, guardando Yukari negli occhi "...La tua presenza rende ogni cosa più leggera"

Yukari si sentì tremare le gambe. Quelle parole dall'impatto così forte e sconvolgente la disarmavano di ogni difesa come nessuno sapeva fare. Solo con un sorriso di troppo ed una parola gentile, Nadeshiko era in grado di smantellarla completamente senza lasciare in piedi nemmeno una barriera.

"Nadeshiko non mi ringraziare..." Yukari si avvicinò alla ragazza, sorridendole e prendendole le mani tra le sue, gestò che le causò un batticuore incontrollato "Io ci tengo a te in un modo che nemmeno ti immagini... Tu sei... Ogni cosa"

In quell'istante il sorriso di Nadeshiko divenne ancora più radioso. La luce lunare carezzava i suoi capelli facendoli risplendere di bagliori argentati mentre la sua minuta figura pareva l'incarnazione di una fata della notte. Yukari sentì il cuore in gola e tutti i suoi sensi si erano acuiti all'estremo. Quel momento, da sola con Nadeshiko in quel prato rischiarato dal bagliore delle stelle le giunse al cuore come estremamente intimo. Quella notte era loro, quella notte era sua e di Nadeshiko e non c'era nessuno che potesse interrompere la magia che pervadeva quel momento. Sentì che probabilmente non le sarebbe più capitato un momento del genere, un lasso di tempo e di spazio così grande solo per loro 2... Quella notte, Yukari non si sarebbe più trattenuta.

Lentamente, avvicinò il viso a quello di Nadeshiko e, appoggiando le labbra timidamente su quelle della ragazza, la baciò.

Il tempo si fermò e Yukari potè percepire solamente la morbidezza delle sue labbra. Il profumo di Nadeshiko le turbò l'animo, in preda ad un'euforica eccitazione soffocata dal contegno che si era imposta di mantenere. Nadeshiko pareva immobilizzata da quel bacio e così Yukari trovò il coraggio, uscito da non si sa dove, di cingere la vita della ragazza tra le mani e di spingerla delicatamente contro il suo corpo in un gesto d'estrema passione e possessività.

Le sue spalle vennero cinse dalle sottili e nivee braccia di Nadeshiko mentre le sottili lingue delle 2 ragazze incominciavano ad incontrarsi. Yukari si sentì letteralmente impazzire. Non avrebbe mai e poi mai previsto una reazione simile da parte della ragazza e quella situazione le parse fantasticamente irreale. Non riusciva a crederci, stava succedendo ciò che sognava ossessivamente da notti intere, stava baciando con passione le labbra di Nadeshiko, così terribilmente morbide e sensuali che non potè fare a meno di eccitarsi. Si sentì avvampare il viso e la mente cadde in un subbuglio totale mentre le loro umide lingue si intrecciavano accompagnate da respiri affannosi. La strinse ancora più verso di sè propendendo in avanti e i loro corpi sbatterono contro l'albero.

"Scusami..." Sussurrò Yukari staccandosi un attimo da quel connubio bollente di labbra.

"Scema!" Rise Nadeshiko, prendendole la testa tra le mani ed incollandosi di nuovo alle sue labbra.

Yukari perse del tutto la già poco chiara cognizione del tempo e la sua mente si sciolse nella figura di Nadeshiko, sulla quale le sue mani avidamente si muovevano, esplorando la sua pelle calda e liscia come l'avorio sotto la felpa azzurra della ragazza.

Sentì Nadeshiko sussultare e Yukari prese a baciarle il collo in preda alla più folle ed incontrollabile passione. Era così sensuale, delicato e sottile che sembrava di baciare la pelle di un imperatrice bambina.

In mezzo ad un prato notturno decorato da stelle danzanti, due Fiori della Notte si perdevano nel desiderio l'una per l'altra, mentre la luna baciava con il suo candore le loro innocenti e peccatrici figure fuse in una spirale di sospiri.

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