martedì 20 gennaio 2009

Capitolo 6: Un film di Takeshi Kitano

Le settimane passavano in fretta e Yukari entrò sempre più in confidenza con Nadeshiko. Ogni giorno dopo le lezioni andavano a pranzo assieme e così Yukari ebbe la possibilità di sciogliersi nei confronti dell'amica e di essere più spontanea, soprattutto quando nei paraggi non vi era Masakazu, cosa che le creava una sadica gioia interiore.
Addirittura un giorno, facendo appello a tutto il coraggio che aveva in corpo, riuscì addirittura a chiederle il numero di cellulare. Per lei fu una grandissima conquista in quanto avrebbe potuto sentire la voce dolce e rassicurante di Nadeshiko in un qualsiasi momento.
Durante le loro passeggiate pomeridiane, tra succhi alla fragola, marron glacès e muffin al cioccolato presi al bar, stava cominciando a capire qualcosa di lei... Era una ragazza raffinatamente riservata e discreta, che aveva la piacevole caratteristica dell'ascoltare mostrando un educato interesse. Manteneva costantemente un tono di voce pacato ma allegro e nelle situazioni spesso cercava di trarne il lato positivo, infatti Yukari non aveva mai avuto l'occasione di vederla arrabbiata per una qualunque cosa. Inoltre, ascoltando i suoi discorsi con Masakazu che spesso si lamentava di molte cose, capì che Nadeshiko era una ragazza che si mobilitava attivamente per trovare delle soluzioni ai problemi degli altri, cercandole e pensandoci su proprio come se il problema riguardasse lei. Inoltre Masakazu le aveva raccontato che Nadeshiko otteneva costantemente dei voti eccellenti e che i suoi genitori erano molto rigidi riguardo al rendimento scolastico. Proveniente da una famiglia benestante, a Nadeshiko era stata impartita un'educazione virtuosa e severa che la portava a non scomporsi mai davanti a nessuna situazione e a mantenere un atteggiamento positivo e cordiale davanti a tutti.
Per questo, molte volte, Yukari non riusciva a capire che cosa Nadeshiko pensasse veramente. Mentre lei era libera di afferrare, strattonare e urlare in faccia quello che pensava a chiunque, Nadeshiko era obbligata a sfoderare sempre e prontamente il più positivo degli atteggiamenti.
Se già dal vivo era difficile decifrarla, tramite sms era assolutamente impossibile.
Nonostante ciò Yukari si convinse che ci fosse per forza un limite alla teatralità che una persona sia in grado di sfoderare, così prese per veritiero ogni sorriso ed ogni buona parola della sua Ninfa Primaverile.

Sabato sera arrivò in fretta e Yukari non sapeva proprio che cosa mettersi. Senza ombra di dubbio Nadeshiko quella sera si sarebbe vestita con il più grazioso dei completi estivi dato che sin dal primo giorno aveva notato in lei un gusto assolutamente ricercato nel vestiario che ogni volta sfociava in un'esplosione di femminilità unita a sobrietà, rendendola assolutamente unica nel suo genere.
Yukari afferrò i pomelli d'ottone del suo cassetto d'ebano e lo aprì. 3 top di cotone sgualcito la fissavano tristemente, con le loro stampe scrostate. In preda ad un imput di rabbia con sè stessa per non essersi mai preoccupata di comprarsi dei vestiti decenti chiuse il cassetto con violenza e sospirò. Ok, non c'era altra scelta. Se voleva essere almeno lontanamente all'altezza di Nadeshiko... Era indispensabile... Doveva farlo.
Si alzò con il passo svogliato di chi si derige alla pubblica gogna andò a bussare alla porta di Akemi. La sorella aprì la porta evidentemente stupita poichè non si aspettava assolutamente d'essere interpellata a quell'ora. I suoi capelli biondi erano avvolti in un asciugamano a mò di turbante in testa mentre i seni floridi e pieni facevano capolino dall'accappatoio color pastello praticamente aperto. La sua figura emanava un intenso profumo di vaniglia e orchidea selvatica.
"Embè?" Chiese, fissando la sorella accigliata.
"Senti, lo so, non è da me chiedertelo, non è da te dirmi di si, insomma non è normale sta cosa, ok? Però ho bisogno del tuo aiuto, ed in fretta, per questa sera"
Sul viso della sorella maggiore comparve un diabolico sorriso assolutamente compiaciuto.
"Ohohoh..."
"Dai, piantala. Senti... Hai qualcosa di... Femminile?"
"Perchè invece di fare la cafona delle peggiori taverne di scaricatori non entri a dare un'occhiata?" La sorella le aprì la porta, facendola passare.
La stanza della sorella maggiore era disseminata di candele ai frutti e di petali sui mobili, mentre 2 lampade rosse diffondevano per tutta la stanza una calda atmosfera. Il letto era coperto da una larga trapunta a pelo rosso.
"Lo sai che sembra una stanza di un'accompagnatrice?" Disse Yukari, sghignazzando sommessamente.
"Lo sai che se non la smetti esci come una barbona alcolizzata?" Ribattè Akemi, non degnandola di uno sguardo e sciogliendosi i capelli davanti ad un lungo specchio a parete.
I suoi cassetti erano traboccanti di vestiti femminili e sexy. Tra top scollati, fasce glitterate, bikini trasparenti e perizomi in pizzo, Yukari riuscì finalmente ad estrarre una minigonna di jeans aderente e una t-shirt di cotone rosa con al centro la scritta "I'm fashion".
Sembrava una presa per il culo.
Nonostante ciò Yukari afferrò i due capi e li portò in camera sua, dopo aver sommessamente ringraziato la sorella maggiore. Se li infilò e, dopo essersi guardata allo specchio ed aver soffocato un conato di vomito, mise le All Stars e corse fuori casa.

Davanti al cinema stanziava un gran numero di persone, ma di Nadeshiko e Masakazu non vi era neanche l'ombra. Digitò velocemente un sms che inviò ad entrambi per avvisarli che era già arrivata. Camminò distrattamente avanti ed indietro lungo il marciapiede, e fissò il cartellone luminoso del cinema. "Kikujiro no natsu - L'estate di Kikujiro. Un film di Takeshi Kitano".
"Yuka-chan!"
Una voce provenì dalle sue spalle. Si voltò e una ragazzina dai lunghi capelli dai riflessi di quarzo le correva incontro sorridendo, seguito da un ragazzo sorridente che, prendendosela con più calma, la salutava a distanza con una mano.
"Ecco, mi sta per mancare il fiato... Dio, quant'è bella... Perchè mi sento così ogni volta che la incontro? E' come se entrassi in un'altra dimensione dove esiste solo il suo sorriso... Non riesco a guardarti negli occhi troppo a lungo, Nadeshiko... Sei bella da farmi star male..."
Nadeshiko indossava un vestitino di seta aderente bianco, bordato da pizzi neri sulle mani e sull'orlo della gonna con un cinturino di velluto nero all'altezza del torace sotto i seni, terminante sul davanti con un fiocchetto di velluto. Lo sguardo di Yukari si perse tra le pieghe di seta che morbidamente aderivano al corpo della ragazza.
I tre presero posto tenendo Nadeshiko accuratamente in mezzo. Quando Masakazu circondò le spalle della graziosa ragazzina con un braccio, Yukari sentì pervadersi da un vortice di rabbia cocente e piantò le unghie nel braccio del ragazzo.
"Ahia! Ma che oh, sei scema?!" Gridò Masakazu, fissandola con sguardo arrabbiato ed incredulo.
"Non... Non si fanno queste cose in pubblico!"
"Lei è la mia ragazza e faccio quello che mi pare, hai capito?!"
"Shhhhh!"
Delle richieste di fare silenzio provenirono da dietro e i 2 furono costretti a chetarsi. Il film cominciò, ma la mano di Masakazu restò sulla spalla di Nadeshiko, anzi, sembrava aver addirittura forzato la presa. Questa volta doveva essersi veramente arrabbiato, e Yukari si sentì un pò dispiaciuta. In fondo lei era solo un'amica e con loro non centrava nulla... Ma lei sentiva Nadeshiko sua.
"Io... Io sono gelosa. Oramai è chiaro ed è inutile che mi prendo in giro... Io sono forse lesbica? Nadeshiko mi piace... Io... Mi da troppo fastidio che lui la tocchi..."
Si accorse che il film le scorreva davanti agli occhi, ma i suoi pensieri erano rivolti alla mano di Masakazu che ribadiva il possesso di Nadeshiko con forza. Non riusciva a pensare ad altro, avrebbe voluto alzarsi e gridare di non toccarla, di lasciarla stare... Si limitò a sospirare, chiudere per qualche secondo gli occhi e concentrarsi sul film.
"Nadeshiko..."
Il desiderio di toccarle una mano le bruciava nel petto. Con la coda dell'occhio guardò la ragazza, che nel frattempo aveva appoggiato la testa sulla spalla del ragazzo.
Una fitta lancinante di dolore e gelosia le perforò il cuore, causandole addirittura un capogiro. Si portò una mano alla fronte e constatò che era imperlata di sudore.
"Ok, basta, devo togliermela dalla testa... Devo togliermela dalla testa... Lei sta con lui, che cazzo mi succede? Perchè sento queste cose? Cristo lei sta con lui! Come posso anche solo pensare che..."
Yukari s'alzò dalla sedia, sibilando un sommesso "Scusatemi" e si diresse nei bagni del cinema. Sciaquandosi la faccia un'improvvisa sensazione di freschezza dovuta all'acqua gelata la riportò alla realtà e cominciò a ragionare più lucidamente. Guardò la sua immagine riflessa nello specchio: Aveva l'aria di una che aveva appena fatto a botte con qualcuno. O almeno, che avrebbe voluto.
Il portone dei bagni cigolò e Yukari si voltò di scatto.
Nadeshiko fece capolino, con aria piuttosto preoccupata. Chiuse il portone, lasciandoselo alle spalle e si avvicinò a Yukari guardandola fissa negli occhi.
"Yukari... C'è qualcosa che non va? Ti prego, sii sincera"
Yukari si voltò dall'altra parte nel tentativo di nascondere il suo sguardo.
"Non c'è niente che non va. Avevo solo bisogno di venire in bagno"
"Yukari... Mi stai mentendo. Lo capisco chiaramente. Per favore... Lo sai che io sono qui per te... Lo sai che io non ti giudicherei mai... Yukari, io ti voglio bene... Parlami..."
A queste parole Yukari si voltò, con gli occhi gonfi di lacrime. Notò che anche lo sguardo di Nadeshiko era sul punto di piangere... I suoi occhi contenenti il colore del cuore dell'oceano sprigionavano una tristezza profondissima e le sue mani erano raccolte sul suo petto, in speranza che Yukari le dicesse la verità.
Yukari si sentì il cuore stretto in una morsa mortale. Il solo pensiero di aver fatto intristire Nadeshiko con il suo comportamento introverso e capriccioso le aggrovigliò le interiora e cominciò inenvitabilmente a piangere.
"Yukari?!"
Nadeshiko le corse in contro afferrandola per le braccia e strattonandola.
"Yukari, guardami... Guardami, ti prego... Yukari..."
La voce di Nadeshiko cominciò a rompersi per il pianto. Calde lacrime scivolarono dolcemente sul suo viso di bambola, che ben presto si rigarono completamente del suo dolore liquido.
Improvvisamente Yukari abbracciò Nadeshiko, forte. Fortissimo. Non aveva mai avuto un contatto fisico così d'impatto e diretto, e così di lunga durata con lei. Mentre il suo animo veniva sconvolto dai suoi strani e peccaminosi sentimenti per l'amica, continuava a piangerla ed ad abbracciarla.
"Nadeshiko... Io..."
"...Yukari..."
I singhiozzi delle due ragazze rompevano il silenzio di quella stanza piastrellata di bianco. In piedi ed abbracciate in silenzio l'aria si riempì del loro dolore, mentre Yukari intersecò le sue dita dei capelli di Nadeshiko e cominciò a stringerli con delicatezza, mentre l'altra sua mano cingeva la vita della ragazza, comprimendola contro la sua. Poteva sentire il seno di Nadeshiko premere contro il suo, poteva sentire il suo cuore battere veloce...
Il suo cuore, che lei desiderava più di ogni cosa. Quei secondi in quello squallido bagno di un cinema, così intimamente abbracciate e abbandonate alle lacrime valsero per lei più di un'intera vita. In quel momento Nadeshiko era sua, solo sua, e nessuno poteva portargliela via. Il suo profumo la inebriava, il suono della sua voce scolvolta dai singhiozzi la scioglieva, il contatto con la pelle del suo collo la destabilizzava.
La desiderava ardentemente, violentemente, pazzamente. E più questo desiderio aumentava, più le lacrime le uscivano dagli occhi con veemenza.
"Nadeshiko..." il respiro affannoso per il pianto le faceva uscire la voce a fatica "Ascoltami... Io devo dirti una cosa..."
L'attenzione di Nadeshiko arrivò alle stelle. Il suo sguardo, sconvolto ma serio si fissò negli occhi di Yukari in attesa di quanto l'amica aveva da dirle in un religioso silenzio.
Yukari prese tra le mani il viso di Nadeshiko e lo avvicinò al suo. Le sue mani si bagnarono delle lacrime di Nadeshiko, e mai una sensazione di pianto le era parsa più dolce.
"Nadeshiko... Io..."
"Ma siete qui?!"
Il portone si aprì con violenza e sulla soglia apparve Masakazu. Il suo sguardo si fece incredulo e sbalordito, nell'osservare le due ragazze con i visi a pochi centimetri l'una dall'altra e le guance completamente rigate dal pianto.
"Ma che...? Ehi ma... Va tutto bene...?"
Yukari si staccò improvvisamente dall'amica, asciugandosi con il braccio le lacrime e dandosi 2 schiaffi sulle gote per riprendersi. Tentò in un qualsiasi modo di riassumere un atteggiamento composto anche se il naso rosso e gli occhi annacquati suggerivano tutt'altro.
"Si, si, vai tranquillo. Mi stavo solo...confessando col lei. Tranquillo, ok? Dai, torniamo a vedere il film"
"Veramente è quasi finito... Vabbè... Torniamo a casa, allora."
Lo sguardo del ragazzo assunse un'aria piuttosto delusa dall'andamento della serata. Mise le mani in tasca e fece dietro front tenendo lo sguardo basso e si diresse a prendere le giacche lasciate sulle seggiole del cinema. Le due ragazze lo seguirono, in silenzio, stropiccandosi di tanto in tanto gli occhi.
Fuori dal cinema l'aria era gelida e il tipico vento fresco da notte primaverile soffiava tra i capelli e le gonne delle due ragazze. Masakazu senza una parola si staccò dalle due e si diresse verso la macchina in silenzio. Nadeshiko guardò Yukari e tirò il fiato come per dire qualcosa ma si fermò, abbassando lo sguardo e raggiungendo con una breve corsetta la macchina del ragazzo.
Non c'erano parole. Solo un pesante silenzio divise le due ragazze quella notte, mentre le stelle curiose e taciturne le osservavano incollate ad un muto firmamento.
La macchina partì e sorpassò Yukari, che la seguì con lo sguardo fino a che essa non svoltò ad una curva. Il suo sguardo si appoggiò di nuovo all'insegna luminosa, ma non riusciva più a leggere il titolo. Oramai stava tutto diventando una macchia di luci ed ombre galleggianti ed ancora una volta il fuoco della sua anima tormentata cominciò a sgorgare dai suoi occhi e a bagnarle la T-shirt sottoforma di delicatissime gocce di passione.

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