lunedì 16 novembre 2009


I miei infiniti e taciturni sentimenti per Te


giovedì 24 settembre 2009

Caro buon Gesù,
fa che questa sia la volta buona in cui io riesca a redimermi completamente dai miei peccati.
Lì cancellerò, dimenticando completamente tutto e tutti... Per incominciare una nuova vita, protratta verso un avvenire di virtù.

mercoledì 16 settembre 2009

Si ricomincia da zero.
Nuove lezioni, nuove cose da fare, nuova gente da frequentare.

Eliminata la feccia, ci si concentra su persone decisamente più meritevoli :3
Caspita perchè ho aspettato così tanto a togliermi dai piedi certe persone...? xD

domenica 13 settembre 2009

Università

Trionfante successo della Vergerio all'università, signore e signori.
Prese addirittura un 26 in Lingua Giapponese!
Insolito ed inaspettato, non trovate?

Siccome però il destino ha deciso che dovesse esserci sempre qualcosa che le troncasse a metà la felicità, giusto giusto oggi ha pianificato che le morisse d'arresto cardiaco l'adorata gatta di anni 9.
Meraviglioso, grazie.

Vedrò di non laurearmi, mica che mi fai morire la madre.

domenica 30 agosto 2009

<3

Falling in Love with Tebe Interesno...

sabato 1 agosto 2009

Studio.

Devo studiare, studiare, studiare e ancora studiare.
Se me lo ripeto, magari mi viene voglia. Dai che devo studiare.

lunedì 20 luglio 2009

Strano.

Una serata in compagnia con i vecchi compagni di liceo, senza complicazioni, senza sguardi maliziosi, solo per il gusto di evocare un lontano passato condivido.
Risate, battute, sorrisi.
E' strano, mi ero dimenticata di tutto questo... Per un attimo sono tornata indietro di 2 anni, risentendomi nuovamente 18enne.
Com'è buffo che le nostre strade si siano allontanate così tanto... E' come un tessuto stracciato, i cui lembi tendono in direzioni diverse... Ci sarà mai un modo di ricucire tutto ciò? Non credo...
Però è stato bello ricordare quand'eravamo tutti i fili di un'unica stoffa.

sabato 11 luglio 2009

Mi sembra che questo luglio sia molle ma saporito.
I giorni scorrono placidi e le parole delle persone mi scivolano sulla pelle...

mercoledì 17 giugno 2009

Yoru no Hana - Cap 9 : Seta celeste

Aprì gli occhi e si ritrovò ancora una volta nella sua umida stanza dagli angoli dei muri impregnati di muffa. Ancora un poco intontita dal pesante sonno che l'aveva avvolta la sera precedente, Yukari decise di controllare l'ora sul suo cellulare, tentennando un poco con la mano nel tentativo di afferrarlo.
Le 7:00.
Era mattina, la notte era passata.
Si rizzò a sedere con un movimento goffo, sentendosi appesantita. Le sue coperte disfatte ed arrotolate l'una con l'altra sembravano una palla di cartaccie. Rumori indefiniti provenivano dal piano inferiore, probabilmente sua madre e sua sorella maggiore erano già in piedi.
Si erano baciate.
Si, la sera prima lei e Nadeshiko si erano baciate con infervorata passione in un prato di lucciole. Conservava ancora una sensazione umida sulle labbra, come se il bacio l’avesse appena ricevuto. Le sensazioni provate la sera precedente erano amplificate dal ricordo ed ora ne poteva godere con lucida razionalità: aveva baciato la più bella e raffinata ragazza della scuola.
Il pensiero di Nadeshiko la riempi di passione in ogni più piccolo atomo del suo corpo. Una scossa elettrica di adrenalina pervase la sua mente mentre ritornava con il pensiero all’attimo in cui la prima volta le loro labbra si erano incontrate. Non aveva mai sentito delle sensazioni simili verso qualcuno, ma nemmeno nei confronti della vita in generale; l’arrivo di quella ragazza nella sua vita aveva completamente cambiato suo punto di vista. Sentiva che poteva uccidere per lei, fare follie inimmaginabili, impazzire e delirare completamente. Nadeshiko la riempiva di un’emozione troppo grande che il suo cuore, per quanto potesse espandersi, non riusciva a contenere. Si sentiva esplodere dall’interno sotto spinte di violenti sentimenti.
Quella giornata prometteva un tempo variabile. Piccole nuvolette oscuravano il sole ad intermittenza e l’aria era fredda ma umida.
Si preparò in fretta e furia, pronta per andare a scuola con l’unica intenzione di vedere Nadeshiko. Scese le scale correndo ed afferrò prontamente una fetta di pane duro adagiata su un tagliere di legno. Stava per imboccare l’uscita, quando la madre la fermò.
“Yukari, non dimenticarti l’obentou*”.
Seduta su una sedia cigolante, indicò alla figlia un piccolo cestino contenente il pranzo.
Scordandosi di ringraziare, Yukari lo afferrò e volò fuori dalla sua casa in attesa del pulman.

L’incontro con Nadeshiko, ai cancelli dell’istituto, fu per lei una violentissima sberla d’amore. L’aveva già intravista da lontano, fragile ed ingenua, così tremendamente attraente nella sua infantile innocenza, così assolutamente adorabile nella suo essere gentile con tutti quanti a qualsiasi ora della giornata, in qualsiasi situazione. Nadeshiko rappresentava per lei la motivazione per andare a scuola tutte le mattine con il cuore in gola, la motivazione per continuare a mangiare, a dormire, a respirare. Era incredibile che riuscisse a sentirsi così frizzante ed elettrica… La vista di Nadeshiko le rendeva il sangue ossigenato, nelle sue dita scorrevano pensieri d’amore tattile, il suo cuore pompava in tutto il corpo desideri di passione irrefrenabile.
Quando l’oggetto del suo delirio interiore si voltò ad osservarla, ci mancò veramente poco che perdesse la coordinazione dei suoi movimenti e cadesse a terra.
Il cuore mancò di un battito.
“Ciao Yukari”
La voce di lei, simile alle note più alte di un’arpa celtica, la rintronò ancora di più.
“C-ciao Nadeshiko…”
La sua voce uscì simile ad un rantolo, soffocato ed imbarazzato. Stava affrontando un’eccessiva sudorazione ed era sicurissima che se solo l’aggraziata bambolina di porcellana avesse azzardato un gesto come per esempio sfiorarla, non avrebbe retto davvero il colpo questa volta.
“Come stai, stamattina? Sai, volevo invitarti ad una festa questo weekend…” disse Nadeshiko, mentre le due si stavano avviando verso l’entrata della scuola a passo lento, evidentemente per guadagnare tempo.
“Io? Cioè…Si, sto bene! Ah! Una festa…Questo weekend? Di che si tratta?”
Notando l’atteggiamento totalmente sereno e rilassato di Nadeshiko, decise che doveva rilassarsi anche lei. In cuor suo provava un’intensa felicità nel vedere che nonostante la notte precedente ora tra loro non c’era imbarazzo. Nadeshiko sembrava tutto meno che sconvolta o pentita e questo non faceva altro che aumentare la stima che aveva nei suoi confronti. Era una ragazza così educata e intelligente che non aveva avuto nessun problema ad accettare quanto successo.
“Sai, tra poco ci sarà una festa estiva del nostro Istituto… Non è niente di che, semplicemente un evento organizzato dal Club di giardinaggio della scuola per celebrare l’inizio dell’estate… Io amo molto questo tipo di celebrazioni e poi credo che sarebbe un’ottima occasione per poter passare un po’ di tempo insieme…”
Nel pronunciare le ultime parole, la voce di Nadeshiko si fece quasi piacevolmente civettuola. Yukari colse immediatamene il messaggio subliminale che consisteva in un esplicito invito a passare ancora del tempo da sole e assieme. Si morse il labbro inferiore, cercando di mascherare tutto l’immenso piacere che stava provando in quel momento.
“Puoi contarci che ci sarò, bambolina!” Esclamò, accarezzando di sfuggita con l’indice la vellutata guancia di Nadeshiko. Immediatamente dopo non riuscì a capacitarsi di come le era uscito un atteggiamento così tanto da latin lover.
“Bambolina?” Rise Nadeshiko, arrossendo.
“Si, certo! Bambolina! Che cosa saresti altrimenti?”
“Sono una normale ragazza appartenente ad un ceto sociale medio-alto che non ha nessuna vera amica a parte te…”
“Sei troppo bella per essere semplicemente una ragazza… E poi io non sono solo tua amica…”
Quelle parole uscirono dalla bocca di Yukari con veemenza, quasi urlate. Ci teneva a ribadire a sé stessa e a lei che non aveva nessuna intenzione di etichettarsi come semplice amica. Dopo quello che c’era stato la sera prima, no. Amica non era proprio il termine giusto.
“Si, è vero…” balbettò timidamente Nadeshiko, mentre le due erano arrivate oramai all’ingresso della classe di Yukari “tu mi dai qualcosa che un’amica non potrebbe mai darmi…”
Ancora una volta, delle semplice parole pronunciata con aria naive da lei, suscitarono in Yukari un oceano in tempesta. Senza pensarci un attimo, le afferrò la mano incurante del luogo e della situazione ed incominciò a ricoprirgliela di baci.
“Voglio che tu sia mia…” ansimò, tra un bacio e l’altro. La passione che provava per Nadeshiko le distruggeva ogni libidine, ed in effetti cominciarono a comparire intorno alle due figure delle ragazze i primi sguardi curiosi e si sentirono alcuni sommessi commenti.
“Yu-Yukari…”
Nadeshiko pareva parecchio intimorita da quel comportamento così sconvenievolmente appassionato e Yukari intese immediatamente che doveva darci un taglio. Se avesse continuato a non trattenere mai ciò che provava in qualsiasi situazione, avrebbe finito per mettere nei guai Nadeshiko. E se fosse successo qualcosa a lei per colpa sua, non c’era punizione corporale sufficientemente dolorosa ed atroce che potesse redimerla. Abbassò lo sguardo, si mise le mani in tasca e, sorridendo con imbarazzo si congedò, più per togliere Nadeshiko dall’imbarazzo che per reale voglia di andarsene.

Con il passare delle ore e dei giorni, anche i momenti di imbarazzo passati in compagnia di Nadeshiko diventavano inevitabilmente dei dolcissimi ricordi.
Yukari non aveva perplessità né dubbi su ciò che provava per Nadeshiko, ed era sicura che lei non ricambiasse con altrettanta intensità, altrimenti a quest’ora sarebbero già fuggite insieme.
Solo il pensiero di quella ragazza la pervadeva di un calore ineguagliabile mai provato in vita sua.
A casa non aveva più testa per nessuno: non trovava più la concentrazione per giucare con Sumire, era troppo di buon umore per rispondere alle frecciatine di Akemi, eseguiva gli ordini della madre senza ribattere, ma la maggior parte delle volte i suoi favori erano più nocivi che utili dato che faceva ogni cosa con estrema disattenzione.
Nonostante non avesse più rivisto Nadeshiko per tutta la settimana, Yukari riusciva a mantenere un’intensa corrispondenza tramite gli sms con la ragazza, i quali riportava puntualmente su carta con estrema minuzia così da poter far spazio ad altri nuovi. I suoi pensieri erano tutti per lei, il suo inchiostro era tutto per lei, il suo godimento interiore era tutto rivolto a lei.

Sabato.
Sabato era arrivato.
Bussò con premura alla porta della sorella maggiore Akemi, la quale aprì con la solita aria scocciata. Dall’impellenza dei gesti di Yukari, Akemi ne dedusse che oramai nella vita della secondogenita c’era qualcosa di veramente importante.
“Ma che vuoi?” proferì Akemi, ruminando svogliatamente un chewing gum.
“Un vestito da sera elegante, femminile ma non troppo” replicò Yukari, facendosi spazio con una spallata per entrare nella sgargiante stanza della sorella.
“Ehi, ehi! Ma che è? Guarda che non puoi permetterti di entr…”
“Akemi, che cosa sta bene con i miei capelli? E con i miei occhi?”
L’impazienza di Yukari era alle stelle e Akemi non impiegò molto tempo per capirlo. Si arrese e sospirò profondamente. D’altronde, un tempo era stata così anche lei…
Spalancò le ampie ante del suo armadio di legno di pino. Una sfilza di appariscenti e vistosi vestiti emerse dal buio del guardaroba. Con un abile ed esperto gesto, Akemi estrasse un abito di seta celeste dall’aria delicata e dal gusto squisito. Non aveva motivi particolari, era semplice ed aveva una grande scollatura a V in mezzo a due spalline sottilissime. L’appoggiò contro il corpo della sorella minore e dopo un breve momento di ponderazione, sorrise.
“Il celeste ti dona davvero un casino”
Yukari abbracciò l’abito, tenendolo premuto contro il suo corpo. Profumava di Akemi, sapeva di rose selvatiche. Il tessuto era soavemente soffice e sicuramente lasciava respirare il corpo, liberandolo dalla calura estiva.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, che ricacciò indietro con orgoglio. Il suo sguardo incrociò quello di Akemi e tra le due nacquero, in un silenzio complice, due sorrisi in sintonia.

L’abito di seta celeste aderiva perfettamente al corpo di Yukari, avvolgendolo in una tenue e leggera carezza. Aveva rimediato un paio di sandali in coordinato con il vestito giusto all’ultimo momento, al mercato del sabato mattina.
Si dirigeva a grandi falcate verso il luogo della festa, un piccolo parchetto della città in cui abitava, dai pochi alberi secolari e dall’erba ben curata. Poteva sentire già nell’aria il profumo della festa giovanile, della voglia di divertirsi degli studenti, dell’inizio dell’estate. I suoni delle prove di una band locale invitata alla festa per scaldare l’atmosfera le parevano sempre più vicini. Le percussioni veloci della batteria andavano a pari passo con i rimbombi del suo cuore nelle tempie per l’emozione. Non poteva aspettare un attimo di più, accellerò il passo per restringere i tempi, non voleva far aspettare Nadeshiko per dei lunghissimi ed interminabili minuti che avrebbero potuto godersi assieme. Arrivò al parco di corsa, sudata ed accaldata: pessima idea, dato che i capelli le si erano arruffati e le guancie erano oramai arrossate. E se Nadeshiko avesse provato rimbrezzo nel toccarla vedendola in quello stato scombinato?
Non fece in tempo a formulare la risposta a questa domanda che una mano si appoggiò sulla sua spalla, afferrandola con presa decisa.
“No, anche tu qui? Ma dai!”
La voce di Masakazu era inconfondibile. Conservava sempre quell’intramontabile ottimismo nella vita che lo aveva caratterizzato sin dal primo giorno. Il ragazzo indossava un paio di jeans stracciati ma alla moda, uniti ad una camicia molto classica, bianca, slacciata fino al diaframma. Il suo corpo, compatto e robusto, sfoggiava un’abbronzatura ambrata che faceva contrasto con il candore della camicia.
“Si, anche io qui, tesoro. Sorpreso?” disse Yukari, voltandosi verso di lui e fronteggiando il suo sguardo senza nessun problema.
“No, affatto, anzi… Mi sarei sorpreso del contrario. In effetti speravo davvero che tu venissi, Yuka-chan… Senza di te non mi diverto bellezza, lo sai”
La voce fiera e altezzosa di Masakazu tradiva una falsità di fondo molto evidente. Aveva sicuramente qualcosa in testa e il suo divertimento era far soffrire Yukari, umiliandola o dimostrandole qualcosa di spiacevole.
“Davvero? Questa sera ti farò divertire alla grande, Masa-chan… Mettiti comodo e stà a vedere.”
Yukari sorrise, utilizzando lo stesso tracontante e borioso tono del ragazzo per fargli capire che aveva intuito ogni cosa. Era decisa a stracciarlo quella sera, e a dimostrargli che Nadeshiko aveva già il cuore occupato. E non da un uomo.
Masakazu le rispose prontamente qualcosa, ma lei non lo sentì. In quel momento non aveva più voglia di rispondergli con battutine acide intrise di sarcasmo. In quel momento c’era qualcosa di più importante a cui pensare, qualcosa di più interessante aveva catturato la sua attenzione. Alle spalle del ragazzo, tra i corpi senza colore e senza identità dei primi partecipanti alla festa, intravide una figura graziosamente gracile dai capelli intrisi di riflessi lunari farsi spazio tra gli astanti e guardarsi intorno timidamente… Gli orli del suo vestito di seta celeste sfarfallavano dolcemente sotto le carezze del vento, accarezzando come ali di fantasma l’immacolata e virginale pelle.



* Obentou: cestino per il pranzo.

domenica 14 giugno 2009

Evvai così, alla grande!
x°D

domenica 31 maggio 2009

Cazzo ma perchè mi devo sempre accontentare?
Deve sempre tutto essere a metà, smorzato, incompleto?
Devo sempre accontentarmi della metà delle cose?

Cristo santo non è possibile viverla così.

mercoledì 27 maggio 2009

No allora adesso io devo fare un omaggio ai 3 individui di sesso maschile più affascinanti e sexy del pianeta Terra! Glielo devo, assolutamente.
Cominciamo da Jaye Davidson:



"Ra" di Stargate, per chi non se lo ricordasse. Androgino, elegante, mulatto, ammaliatore, un viso unico e molto particolare. Una sensualità esotica, lontana, proibità, celata, ambigua. Non per niente ha recitato il ruolo di un travestito MOLTO femminile in "The Crying Game"... è così bello che, se aggiustato con un filo di trucco, potrebbe sembrare una ragazza. Ipnotizzante!

Continuiamo con Rudy Youngblood:


"Zampa di Giaguaro" in Apocalypto. Fisico statuario, pelle ambrata, sorriso caldo ed occhi tropicali. Il classico giovane latino molto caliente che semplicemente sorridendo riesce a toccare i tasti giusti in una donna. Probabilmente morirei tra le sue mani, se solo lui desiderasse di sfiorarmi...! Adoro da morire i suoi occhi, dal taglio selvaggio e dallo sguardo inafferrabile.

Concludo con Dev Patel:



Forse non è il classico "bono da paura" come i 2 individui sopra riportati, ma la sincerità del suo sorriso e la dolce intensità del suo sguardo sono sicuramente 2 ottime armi per conquistare una donna. Grazie a lui mi sono accorta di quanto possono essere attraenti i ragazzi indiani, che fino ad ora non avevo mai considerato! Un ragazzo così dolce e spontaneo è da coccolare e sbaciucchiare tutto il giorno!

martedì 26 maggio 2009

Non è giusto che io debba essere così insoddisfatta ed infelice.
Dovrei vergognarmi per essere così egoista ed egocentrica quando c'è gente che muore di fame, bambini che lavorano tutto il giorno, donne picchiate e violentate.
Eppure non posso tacere i miei patetici ed egoistici sentimenti, riguardo la mia insoddisfazione.
Sono insoddisfatta nel campo delle amicizie,
Sono insoddisfatta in amore,
Sono insoddisfatta nella scuola,
Sono insoddisfatta verso me stessa, nel mio corpo.

Alcune cose dipendono da me e dall'impegno che ci metto, altre no.
Vorrei tornare indietro e ricominciare tutto da capo... Cancellare tutto.
Ho fatto troppi errori, ho sbagliato troppe cose.
Ed ora il prezzo da pagare è una profonda infelicità.

sabato 23 maggio 2009

Maggio Luminoso


Dolce stagione che porti colori e luce,
fragranze e vita,
rischiara con la dolcezza dei tuoi baci floreali le tenebre che mi avvolgono.


Petali di zucchero,

nettari variopinti,
rallegrate i miei sensi con le vostre squisite e naturali essenze.

Ammaliante Spirito della Primavera,

ogni anno risorgi dalle quiescenti nevi,
fecondando con il tuo fertile seme le terre gelate e brulle.

I tuoi Figli, verdi, dolci e teneri,si fanno spazio tra la terra,

tendendo i loro visi di gioviali bambini al luminoso Sole di Maggio,

il quale, come un padre affettuoso, li bacia teneramente ogni mattina.

mercoledì 20 maggio 2009

Una malata ossessione


Quando l'amore diventa un'OSSESSIONE, non è più amore.
Certa gente non capisce proprio quando è ora di darci un taglio e di DARE SPAZIO all'altra persona.
L'amore ossessionato è un amore MALATO, EGOISTICO, NOCIVO.
L'amore ossessivo nasce da un'infantilità radicata, un'incapacità di scindere la propria entità da quella dell'amato.
L'amore ossessivo è egocentrismo portato all'estremo e fa del male ad entrambi gli amanti.
Prima di ossessionare il proprio partner con inutili e ossessionanti richieste di attenzione, bisognerebbe prima PENSARE SE E' VERAMENTE IL CASO DI SENTIRSI SENZA AVERE NULLA DI IMPORTANTE O DI NUOVO DA DIRSI.

E così l'altro giorno, mentre tornavo a casa dall'università, ho la prova concreta dell'esistenza dei fantasmi.
Un mio libro sparisce magicamente.
Impossibile che abbiano aperto lo zaino in cui stava, impossibile che sia caduto e non ce ne siamo accorti. Era un tomo spesso una spanna e se fosse caduto avrebbe fatto un bel pò di casino.
Che sia arrivato il famoso "fantasta formaggino" ad arraffarmelo?
Ma chissà.
Forse devo andare a farmi visitare da Mario Azzoni.

lunedì 18 maggio 2009


Il Fiore della Notte torna a farsi un sacco di domande.
Perchè sono qui?
E' giusto o sbagliato?
Qual'è il significato corretto delle parole "giusto" e "sbagliato"?
Non esiste nessuno in grado di soddisfarmi.
Non c'è nulla che mi dia completa e totale gratificazione...
Io sono un pozzo di difetti, ma allo stesso tempo vedo imperfezione ovunque.
Ma dove sei? Dove ti nascondi?
La verità è che io, ancora, non ti ho mai trovato.

Non c'è Luce nel Buio... Non c'è Vita nel Nulla.
E allora perchè nel mio cuore insanguinato e pulsante, nutro, allevo, covo il senso del Nulla?

C'è qualcosa che io non so...
Ma se c'è una cosa che so alla perfezione e verso la quale non nutro il benchè minimo dubbio... E' che io non ti ho ancora trovato.

でも、大好きと思う

domenica 17 maggio 2009

Schiacciata.


In bilico tra 2 realtà, soffocata tra il delirio e la preoccupazione, schiacciata da pensieri che vorrei cacciare via.
Non vorrei proprio occuparmene, non ne vorrei sentir parlare, vorrei prendere una gomma...

...E cancellare tutto.

Voglio ripartire da zero, non va bene, no... Così non doveva andare.

Non è giusto, non posso permettermi uno stile di vita simile.
Non è giusto nei confronti di nessuno. Perchè sono diventata così? Io non ci avrei mai creduto, se me l'avessero raccontato. Io non voglio vivere in questa situazione...
E' troppo, troppo pesante.
Non ci riesco, non ce la faccio, non sono un'attrice, non voglio essere un'attrice.

sabato 16 maggio 2009

Dolci parole di un'Amica sincera.

"Penso che solo un cieco, sordo, muto e insensibile nel cuore non riuscirebbe ad accorgersi di quanto sei speciale, e mi rammarico del fatto che al mondo ce ne siano tante di persone così, sia uomini che donne; aridi nell'animo perchè non si può vedere quanto amore c'è in te da dare e ricevere, se non si conosce sè stessi.
*una persona bella come te, spaventa coloro che temono di addentrarsi nelle proprie paure intime ed inter-relazionali
ed è un vero peccato"

...Dea, sei un'Amica.
Grazie.

Impalpabili sospiri

Che tendono alla vita

Danzano fra petali

Di cristallini desideri.

Nel deserto della solitudine

Ho visto illusioni

Nascere su mattini

rugiadosi di rose.

Con riserbo la notte coltiva

I suoi fiori più luminosi.

Maria Grazia Giovanna Frisina

lunedì 11 maggio 2009

Fame


Non è giusto che i soldi possano fare così tanta differenza...
Non è giusto che ci sono persone che si rimpinzano di cibi raffinati e superflui, mentre altri per sopravvivere sono costretti a mangiare le proprie feci.

Non è giusto che c'è qualcuno che nasce per morire.
Troppo giovane,
troppo piccolo,
troppe poche primavere vissute.

domenica 10 maggio 2009

Voglio vivere.

Vorrei scappare e andare sulle alture peruviane, piantare una bella capanna lì e stabilirmici per almeno 3 giorni.
Poi salgo e mi giro tutte le più importanti città del Brasile, della Colombia, del Venezuela e del Messico.
Dopo 2 settimane nell'America latina mi giro gli stati uniti, partendo dalla costa ovest, attraversando i deserti centrali per poi finire in California. Infine mi faccio un bel giro per le foreste canadesi e poi qualche giorno in Alaska, giusto per concludere in bellezza.

Stare in giro almeno 2 mesi... Tra culture, paesaggi, monumenti e cibi diversi.

mercoledì 6 maggio 2009

A volte il mondo delle lesbiche fa davvero schifo.
Perdonate la domanda, ma non sapete proprio essere amiche tra di voi?
Dovete per forza slinguarvi, farvi, baciarvi, trombarvi e scoparvi a vicenda?
Non esiste l'amicizia nel mondo delle lesbiche? Quando conoscete una ragazza nuova dovete subito provarci per forza?
A volte le donne non sono così diverse dagli uomini, anzi. A volte hanno proprio TUTTE le caratteristiche in comune!

sabato 2 maggio 2009


A volte basta davvero poco per passare una bella giornata e rendersi conto di quanto si è fortunati...
Un buon pranzo, delle risate in compagnia, una giornata di sole, una passeggiata con una persona amica... La vita è degna di essere vissuta e la sua bellezza è racchiusa in queste piccole cose.
Purezza,
semplicità,
spontaneità.
La mia famiglia è lontana e divisa, eppure io, in un qualche modo, mi sento ugualmente a casa.
L'amicizia, la salute e la bontà sono la chiave per la felicità...

giovedì 30 aprile 2009

K's Crystal Heart

Sei una persona troppo bella per essere vera.
Hai un Cuore di Cristallo che nessuno possiede...
Tu sei la Luce, chiara e calda che ogni giorno rende le mie giornate meno pesanti e malinconiche...

Tu sei una Pioggia Celeste, che ogni giorno scorre dolcemente sulla mia pelle rinfrescandomi dai cocenti dolori che mi perseguitano e mi torturano.

Dolce come una lacrima e forte come un tuono, sei piena di misericordia e comprensione per chiunque chieda il tuo aiuto... Tendi sempre la mano al prossimo, non negando mai una buona parola di conforto.

Tu sei il Calore, la Purezza, la Sincerità, la Fedeltà.

Sei forte, talmente forte che nemmeno tu stessa ti rendi conto di quanta forza hai... La vita ti ha messo a dura prova e tu, con rispetto e lealtà, la stai affrontando a muso duro senza mai cadere.
Unica, inimitabile, introvabile.
Un cuore del cristallo più puro e brillante.



mercoledì 29 aprile 2009

Shinda Momo


Sognatrice fino allo spasmo,romantica e crudele, lievemente contraddittoria e assurdamente ironica.Sogno l'amore ma sogno anche l'egocentrismo più assoluto.Sono lunatica,voglio tutto, sono pigra, lo voglio gratis. Amo i fiori, le stelle e il profumo del mare. Amo i rumori di un campo e la risata di un'anima sincera. Amo il candore delle nuvole, sulle quali dipingo con i colori dei sogni il volto della mia anima. Cerco la stabilità annidandomi nel cuore di qualcuno, voglio annegare nel miele e sentire profumo di amore zuccherato sulle mie labbra. Troppo sola per non sognare, troppo piccola per non desiderare, troppo umana per non capire.
Voglio dimenticare tutti e voglio essere dimenticata.

Impressioni Piovane


L'aria è satura di nuvole grigiognole.
Alzando lo sguardo, il cielo sembra l'infinito manto di una vecchia pecora malata. Fitti aghi di pioggia trasparente si schiantano su un asfalto di un nero bagnato.
V'è solo il silenzio rispettoso, verso la pioggia inesorabile. Solo il rumore di questa tristezza, umida e malata, che si scioglie in rigagnoli in un'aria senza suoni.
A volte, il lontano ed opaco rumore di una macchina che passa e sparisce nella pioggia, velocemente, senza lasciare ricordi.
Il verde delle tenere foglie innocenti si liquefa in una collana di perle di rugiada, che puntualmente cadono dolcemente, facendo sobbalzare la fogliolina per la perdita del suo lieve peso. Silenziosi, i germogli si accasciano sotto il peso della pioggia incessante, arresi, stanchi, silenziosi. Quasi si addormentano, immobili.
Nella staticità del quadro piovano, un gatto dai colori confusi s'accinge ad attraversare la strada zampettando velocemente senza guardarsi intorno. La sua presenza non desta il minimo rumore, e come un fantasma senza identità, scompare tra i denti regolari di un cancello di ferro.
Un tuono oscuro s'aggroviglia rimbombando tra le nuvole.

Neve sulla Foresta


Sola, nella primordialità di giganti lignei.
Nessun suono, il silenzio copre tutto con il suo velo opaco. Brevi intermezzi creati da leggeri grumi di neve che, staccandosi da un albero innevato, lo fanno sobbalzare delicatamente per l'improvvisa mancanza del loro peso. Cadono a terra, senza emettere un suono, mescolandosi con il candore del bianco che tutto ricopre.

Aria che profuma d'inverno. Fredda e chiara, appena inspiro mi cristallizza i polmoni. Subito ne esce, sotto forma di uno sbuffo caldo di minuscole goccioline che salgono in cielo. L'assenza di ogni vibrazione tra i giganti intorno a me. Tutto tace, nel più naturale dei silenzi.

Ogni creatura, piccola e grande, riposa sottoterra e nelle cavità degli alberi, raggomitolata in un batuffolo di pelo o piume caldo, dormendo, sognando, ricordando, aspettando. Tutto è fermo, tutto aspetta, tutto si sofferma. A decorare questo dipinto vivente arriva la neve, che cade dai gonfi nuvoloni notturni come bianca polvere gelata, come coperta di un mondo sonnolento.

Mattino invernale sulla riva di un ruscello



Gorgoglii congelati si insinuano nel silenzio del mattino.
Piccolo manto di liquido nero, il ruscello notturno accoglie su di sè le prime scaglie di bagliore, gettate con timidezza da un pallido sole che passeggia tra gli alberi.
Il profumo del freddo avvolge i rachitici rami degli alberi, protesi verso un cielo glaciale e lontano.
Vorrei rifugiarmi nel biancore della neve morbidamente adagiata su ogni cosa, quieta e senza suoni.
Vorrei chiudermi in un cristallo trasparente e accoccolarmi su me stessa, ascoltando la lenta ed immutevole cantilena del ruscello ghiacciato...

... Aspettando la Primavera.

Una Mattina al Mare


Mi sveglio, accarezzata da leggiadre mani di fantasma di stoffa. Le tende della camera, di un giallino tenue, sventolano le larghe falde sotto il soffio della brezza marina.

Il mare è già sveglio. Lo osservo dall'alto di una finestrella dalla bianca vernice scrostrata per la vecchiaia del legno. Blu ed infinito, s'increspa e s'infrange mollemente su una riga di fine sabbiolina, accostata a grandi rocce lucide e coperte di alghe. Il cielo, oggi, propone un sereno intenso ed impalpabile, che preannuncia l'inizio di una nuova giornata. S'accosta al mare, fondendo il suo azzurro astrale con il blu marino dell'illuminata distesa d'acqu
a.

Un cappuccino ed una brioche su un terrazzino rustico che s'affaccia sul paesaggio. L'aroma fumante della colazione viene soffiato via dal profumo salmastro del vento che nasce all'orizzonte. Mi siedo e, accompagnata solo dallo scroscìo naturale del mare, gusto in tranquillità il dolce primo pasto della giornata. Dopo aver fissato per qualche minuto le forme tondeggianti degli oggetti da colazione, dalla ceramica illuminata dalla prima luce del mattino, mi alzo e scendo.




Il mare al mattino.
Meraviglioso gioco di luci acquatiche.
Spruzzi d'acqua, causati dall'infrangersi delle onde contro gli scogli, si spargono ovunque come zampilli di una fontana di stelline azzurre.
Il rumore del mare, profondo ed immenso, mi parla di vita e di natura. Odori marini salmastri di sabbia, alghe e conchiglie mi avvolgono, invitandomi nel loro mondo.
Non c'è nessuno in giro, solo io ed il mare appena svegliato e già gorgogliante.
Intravedo nell'azzurro lontano gli striduli confusi dei bianchi spazzini del mare. Sulle scogliere attendono che un'altra giornata di pesca incominci.

Mi tuffo.
Sciogliendomi tra i suoi meandri turchesi, felicemente mi addormento.

Il Campo e la Montagna


Profumo di selvaggio, fiori selvatici emanano calde fragranze accompagnate dal brusìo incessante di milioni di piccole vite nascoste nel sottomanto di sterpaglie.
L'immobile gigante di pietra s'innalza contro il cielo, silenzioso e quiescente, incorniciato da sottili striscioline di bianche nevi perenni.
Osserva dall'alto, ammutolito, l'ondeggiare lento dei puntini rossi e bianchi che come milioni di piccoli figli s'accingono a stringersi ai suoi piedi, come desiderosi di tener lui compagnia.

Distese floreali multicolori ed infinite lo circondano da tutti i lati, scaldando la sua pietra con colori solari energici e con melodie d'insetti.

martedì 28 aprile 2009

"No Need To Argue"




There's no need to argue anymore.
I gave all I could, but it left me so sore.
And the thing that makes me mad,
Is the one thing that I had,

I knew, I knew,
I'd lose you.
You'll always be special to me,
Special to me, to me.

And I remember all the things we once shared,
Watching T.V. movies on the living room armchair.
But they say it will work out fine.
Was it all a waste of time.

'Cause I knew, I knew,
I'd lose you.
You'll always be special to me,
Special to me, to me.

Will I forget in time, ah,
You said I was on your mind?
There's no need to argue,
No need to argue anymore.
There's no need to argue anymore.


Special.


lunedì 27 aprile 2009

Sometimes i think that...


... I am alone in the dark.